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Santa Cesarea Terme e Porto Miggiano

Nonostante le proprietà benefiche delle acque fossero note già dall’antichità, la nascita di un centro urbano a Santa Cesarea avvenne molto tardi, a causa dell’isolamento dovuto alle asperità del territorio. Solo all’indomani della costruzione di una strada agevole, nel XIX secolo, ebbe inizio lo sviluppo della cittadina termale.

Lo sfruttamento delle acque solfuree e dei fanghi termali risale al II secolo a.C. e su questo oggi si basa l’economia della città. Le acque curative sgorgano da quattro grotte: la “Gattulla”, la “Solfatara”, la “Solfurea” e la “Fetida”.

Il mito pagano collega la genesi delle acque solfuree al disfacimento dei corpi dei giganti Leuterni, uccisi da Eracle.

La versione cristiana vuole invece che Cesarea, o “Cisaria”, fosse una fanciulla con la precoce vocazione alla vita monastica, il malvagio padre invece la voleva costringere ad accondiscendere ai suoi incestuosi propositi, all’ennesimo rifiuto di Cesarea, egli la inseguì per ucciderla. Giunti in riva al mare la fanciulla, nascostasi in una grotta per sfuggire alle ire paterne, fu salvata dalle fiamme che avvolsero il padre, inghiottito poi dal mare.

La “Villa Sticchi” costituisce una delle più importanti espressioni dello stile moresco, genere diffuso nell’Ottocento in alcune località balneari del Salento. L’edificio venne edificato per volontà di Giovanni Pasca, primo concessionario dello sfruttamento termale di Santa Cesarea, tra il 1894 e il 1900.

Porto Miggiano è una località di Santa Cesarea Terme, è qui presente “Torre Miggiano”, realizzata, quando già esistevano le torri di avvistamento, per la protezione del litorale di pertinenza e dei cavatori che estraevano il carparo dalle cave della zona.

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